Ritrovata sul fondale marino di fronte
alla città di Haifa una moneta risalente a 1850 anni fa battuta dall'imperatore
romano Antonino Pio. Su di un lato mostra la dea
Luna con un granchio, simbolo zodiacale del cancro. Secondo gli studiosi, faceva
parte di una collezione che rappresentava separatamente i dodici segni
zodiacali. Il Mackey scrive che se, nelle nostre logge, la luna dona la propria luce ai fratelli e sprona il Maestro ad imitare, nel proprio governare, la precisione e la regolarità con la quale essa domina la notte, noi la
ritroviamo anche ad occupare una parte importante nella fede praticata da
coloro i quali per primi si separarono
dall'autentico spirito della Frammassoneria. Nell'antico Egitto, Osiride era il
sole ed Iside la luna; in Siria il sole era Adonie, mentre la luna era rappresentata da
Astarotte; i greci la adoravano come Diana
ed Hecate; e nei misteri di Cerere, mentre il
Gerofante o Gran Sacerdote rappresentava il Creatore ed il portatore di torcia, il sole, l' "ho
epi bomos", o ufficiale più vicino all'altare rappresentava la
luna. In breve, l'adorazione
della luna era altrettanto diffusa di quella del sole. I massoni ancora ne trattengono l'immagine all'interno dei loro riti, perché la loggia è una rappresentazione
dell'universo, dove il sole regola il giorno e la luna regna sulla notte; e
così come il primo marca il trascorrere degli anni, la seconda segna il passare dei mesi, e mentre il primo è re delle stelle
celesti, la luna è loro regina, ma ambedue
derivano il loro calore, e la luce, ed il potere da colui il quale, nel suo ruolo di terza e maggior luce, maestro del cielo e
della terra, le controlla entrambe.
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