mercoledì 27 luglio 2022

La dea Luna in una antica moneta romana.

 


Ritrovata sul fondale marino di fronte alla città di Haifa una moneta risalente a 1850 anni fa battuta dall'imperatore romano Antonino Pio. Su di un lato mostra   la dea Luna con un granchio, simbolo zodiacale del cancro. Secondo gli studiosi, faceva parte di una collezione che rappresentava separatamente i dodici segni zodiacali. Il Mackey scrive che se,  nelle nostre logge, la luna dona la propria luce ai fratelli e sprona il Maestro ad imitare, nel proprio governare, la precisione e la regolarità con la quale essa domina la notte, noi la ritroviamo anche ad occupare una parte importante nella fede praticata da  coloro i quali per primi si separarono dall'autentico spirito della Frammassoneria. Nell'antico Egitto, Osiride era il sole ed Iside la luna; in Siria il sole era Adonie, mentre la luna era rappresentata da Astarotte; i greci la adoravano come Diana ed Hecate; e nei misteri di Cerere, mentre il Gerofante o Gran Sacerdote rappresentava il Creatore ed il portatore di torcia, il sole, l' "ho epi bomos", o ufficiale più vicino all'altare rappresentava la luna. In breve, l'adorazione della luna era altrettanto diffusa di quella del sole. I massoni ancora ne trattengono l'immagine all'interno dei loro riti, perché la loggia è una rappresentazione dell'universo, dove il sole regola il giorno e la luna regna sulla notte; e così come il primo marca il trascorrere degli anni, la seconda segna il passare dei mesi, e mentre il primo è re delle stelle celesti, la luna è loro regina, ma ambedue derivano il loro calore, e la luce, ed il potere da colui il quale, nel suo ruolo di terza e maggior luce, maestro del cielo e della terra, le controlla entrambe.

 

 

 


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