giovedì 6 luglio 2023

Il Simbolismo del teschio nel rituale del Sublime Ordine del Tempio

 Nell'Ordine del Tempio ci troviamo per la prima volta di fronte al simbolo del teschio quando  (come candidati al Sublime Ordine del Tempio) intraprendiamo la veglia all'interno della Camera di Riflessione dove si è portati a contemplare e a riflettere su diversi simboli e domande. 

Skull Vanitas del  del pittore Belga de Champagne Philippe (1602-1674)

Nell'opera tragica, Alcesti, Euripide scrive: "...la morte è un debito che tutti gli uomini mortali devono pagare: Si, non c'è uomo vivente che può dire se la vita gli durerà ancora un solo giorno". La lezione che  ci insegna è che alla morte (la Grande Livellatrice) non importa se sei ricco o povero, ne la tua religione, etnia e ascendenza, lei è imparziale.
Il teschio posato sulla Sacra Bibbia (durante la terza libagione) conduce la riflessione del candidato dai tristi pensieri che esso gli aveva suscitato nel Gabinetto di Riflessione a nuovi pensieri: pensieri di speranza! Quella che giunge dalla presenza del Redentore dell'uomo, Cristo, che pagando il nostro debito nei confronti del peccato originale sconfiggendo la morte ci ha liberati con la promessa di una nuova vita alla presenza di Dio. Questo pensiero di speranza, questo incoraggiamento stanno a rappresentare la volontà rivelata dal Grande Architetto attraverso il suo intercessore e della fede che dobbiamo avere della 'Verità nella Parola'.
Osservando quel teschio sopra la Sacra Bibbia un secondo simbolismo si affianca e penetra nella mente del candidato, un simbolismo vestito di 'dubbio': a chi è appartenuto questo cranio? A una creatura virtuosa? Era una persona Onesta?  Un sognatore?  Ha vissuto esperienze simili alla mia? Che eredità ha lasciato, chi lo ricorda? Chi si ricorderà di noi...'Memento mori!'
Dalle profondità del suo essere, quella più intuitiva e sapiente, la risposta quieta il tumulto della riflessione: è il modo in cui trattiamo gli altri che alla fine fa la differenza; un albero viene giudicato dai suoi frutti: le nostre azioni ci definiscono, non le nostre opinioni, credenze, idee o aspirazioni.
Terminata la quarta libagione e prima della quinta il candidato, come pellegrino, vestito con abiti bianchi e con un teschio nella mano sinistra (quel teschio che era poggiato sopra la Sacra Bibbia) parte per un  viaggio penitenziale al Santo Sepolcro per la durata di un anno. 
Il teschio è poggiato e portato nella mano sinistra, in questo caso simbolo di 'umiltà', in quella parte del corpo umano simbolicamente considerata la più debole, per ricordargli la sua fragilità di uomo e della sua vita. 
La riflessione del candidato si volge ora, forse per analogia con il camminare del Pellegrinaggio, allo scorrere del tempo rispetto al quale, come per la morte, non ha alcun controllo: inevitabilmente egli marcia verso la tomba. Nel suo percorso però, sa che può  impiegare il tempo a disposizione per operare buone azioni che porteranno generazioni di frutti, oppure, semplicemente svanire senza senso nell'oblio.
Il teschio, giunti alla quinta libagione, è simbolicamente diventato il 'calice amaro della morte': il calice che tutti gli uomini devono bere, e che bevve anche Cristo dopo aver pregato per non berlo. La mia vita, si domanda il candidato, consiste dunque in un'inevitabilità incontrollabile?
No. memento mori, il teschio, sono un promemoria sempre presente che, anche se tutti dobbiamo  morire, possiamo essere riscattati e vivere di nuovo in Cristo. Che la vita è un'opportunità per impiegare saggiamente il tempo, umilmente accettare di essere stati creati per servire gli altri. Il teschio ricorda al candidato la possibilità che gli viene offerta di scegliere l'onestà, la fedeltà e la pietà. 

AD
traduzione e succinta sintesi  da un articolo di W.McCraw pubblicato in Knight Templar Magazine maggio 2023.




 

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